Storia di una fake news



Ciao!

Oggi voglio parlarvi di un argomento molto diffuso al giorno d'oggi, una problematica sempre più conosciuta e della quale bisogna stare molto attenti per non farsi ingannare e diffondere informazioni errate: le fake news.

Con la professoressa Vigna per cittadinanza e costituzione abbiamo consultato il sito parole ostili, un progetto sociale di sensibilizzazione contro la violenza delle parole. Lo scopo del progetto è far riflettere il modo con cui le persone stanno in rete, per aiutare la gente a scegliere le parole con cura e avere la consapevolezza che le parole sono importanti e possono portare a delle conseguenze.

Con l'uso dei social la gente, nascondendosi dietro uno schermo, pensa di poter dire ciò che vuole poiché si tratta di luoghi virtuali, senza pensare che ciò che dicono può portare a conseguenze reali. Per questo oggi, specie in rete, dobbiamo stare attenti a come usiamo le parole.

La prof ci ha chiesto di scegliere un argomento tra quelli proposti nelle schede didattiche e di approfondire l'argomento trattato. Io ho scelto la numero 84: Storia di una fake news perché per me è quello che più ci riguarda infatti non colpisce solo i giornalisti che scrivono gli articoli ma coinvolge chiunque. Al giorno d‘oggi infatti veniamo bombardati da informazioni false o articoli ingannevoli.

Le fake news sono notizie false, notizie inventate o modificate apposta al solo scopo di guadagnare soldi disinformando o manipolando il lettore e avere un consenso che potrebbe essere politico o di qualsiasi altra natura. Le motivazioni che spingono a diffondere una notizia falsa sono:


la parodia o satira: di per sé non ha un valore negativo, è fatta al solo scopo di intrattenere (esempio Lercio). Le notizie satiriche riprendono i dibattiti in corso e li mescolano a eventi fittizi e spesso assurdi. Viene usata per attirare l'attenzione sui problemi sociali o per denunciare la cattiva condotta politica. Ma c'è il pericolo che la componente umoristica non venga riconosciuta e che la notizia venga scambiata per vera;
la provocazione;
il profitto: titoli fuorvianti su temi scottanti possono indurre le persone a cliccare per leggere il contenuto della notizia, questo semplice clic genera traffico che può essere monetizzato;
l'influenza politica;
la propaganda.

Vi sono diversi tipi di fake news:


  1. notizie completamente fasulle, sono notizie false al 100%, costruite ad hoc per supportare o al contrario recare danno a un’idea, un personaggio, un movimento, una posizione (esempio come quelle che annunciano ripetutamente la morte di attori famosi o quella che volle Papa Francesco appoggiare la candidatura di Trump durante le presidenziali americane del 2016);
  2. disinformazione mirata, un messaggio fittizio che viene distribuito per rendiconto personale. Il più delle volte questi messaggi fasulli sono rivolti a gruppi particolarmente sensibili a questo tipo di informazioni, classificando i contenuti polarizzanti come credibili senza verifica e condividendoli sui social media.
  3. notizie metà vere e metà false, possono essere: contenuti fuorvianti, si tratta di informazioni travisate ad oggetto che porta le persone a interpretare gli eventi in modo sbagliato con l’obiettivo di mettere in cattiva luce qualcuno o qualcosa; contenuti ingannevoli, anche in questo caso si tratta di notizie false, attribuite però a fonti realmente esistenti e in genere molto credibili; contenuti manipolati, sono notizie che, anche se hanno una base di verità, vengono manipolate ad hoc; contesto ingannevole, non solo il fatto in sé, spesso anche la scelta di una serie di elementi contestuali può risultare faziosa; collegamento ingannevole, per esempio l'utilizzo di immagini fasulle;
  4. falsi titoli di testa, per coinvolgere le persone i siti che condividono fake news usano titoli per attirare l'attenzione per spingere la gente a leggere gli articoli, ciò è conosciuto come click-baiting.
  5. messaggi virali, sui social media, ogni secondo appare una gran quantità di nuovi messaggi. Di conseguenza, gli utenti tendono a non controllare l'autenticità di ogni singolo post. Poiché le principali piattaforme sono orientate verso share, likes e follower, i post popolari sono mostrati con maggiore frequenza anche se non sono autentici.

I social network hanno accentuato la diffusione di questo movimento per via della velocità con cui si riesce a comunicare e reperire o condividere informazioni. Spesso la gente si basa solo sui titoli senza andare a leggere il contenuto dell'articolo condividendolo senza sapere di cosa tratta. Infatti la gente tende a non compiere ricerche su ciò che condivide contribuendo a diffondere false informazioni. Da un lato, ha reso le informazioni liberamente accessibili, aiutano a comprendere le connessioni politiche, sociali ed economiche, d'altra parte, però, le informazioni false promuovono diffidenza e rendono più difficili le discussioni.

Il web ha consentito ai fornitori di notizie false di indirizzarle a un pubblico specifico e sfruttare pregiudizi nel tentativo di ingannare i lettori e spingerli a propagare ulteriormente le false notizie. Il problema è anche l’urgenza di sapere tutto e subito, senza darsi il tempo di riflettere. Così spesso le agenzie di stampa pubblicano notizie non verificate: perché non c’è tempo e bisogna sfruttare il momento per ottenere like e delle condivisioni.

I consumatori, inoltre, sono alla ricerca delle informazioni che confermano le loro opinione o idee preconcette su una determinata questione. Per questo ci è più facile credere a chi la pensa come noi e rifiutiamo tutto ciò che, invece, entra in contraddizione con il nostro sistema di valori. Al nostro cervello non interessa tanto la verità quanto la nostra versione di questa. I creatori di fake news lo fanno al solo scopo di aumentare visualizzazioni, infatti scrivono storie che rispecchiano ciò che la gente vuole sentire.

I più colpiti e proccurati dalle fake news sono i politici e i dirigenti di aziende poiché le false notizie potrebbero danneggiarli rovinando la loro reputazione.

Inoltre si sono diffusi tentativi di phishing (truffa informatica) fanno uso di informazioni false e sfruttano la buona fede degli utenti: in genere viene loro chiesto di inserire i propri dati personali in formulari apparentemente credibili, il che può portare al furto di identità. O anche truffe via e-mail sotto forma di catene che minacciano i destinatari in caso di mancato inoltro.

Il solo modo per difendersi dalle fake news capire se una notizia è vera o falsa. Per farlo bisogna :


  • considerare la fonte;
  • leggere altri articoli;
  • controllare l'autore;
  • controllare la data;
  • verificare se è uno scherzo;
  • controlla i tuoi pregiudizi;
  • chiedi a degli esperti;











Google e Facebook si sono schierate a favore della lotta contro le fake news. Google ha cominciato a valutare i siti fornitori di notizie segnalando le pagine che diffondevano false informazioni e permettendo agli utenti di segnalare siti in modo da far retrocedere i contenuti di scarsa qualità. Facebook ha inserito la possibilità di segnalare notizie false da parte degli utenti. In America è in corso una sperimentazione, una forma di catalogazione delle notizie che segnala attraverso un bollino rosso le notizie ritenute false.



Anche Mediaset aderisce attivamente alla giornata internazionale contro le fake news attraverso tre diversi spot da 30 secondi programmati sulle proprie reti, quiz trasmessi in radio e sui social, un sito internet dedicato e un documentario originale. Il titolo della campagna è “Io non la bevo”, dedicata alla guerra dichiarata dagli editori alle bufale che sempre più popolano il web e i social, distorcendo e manipolando la realtà. Oltre agli spot tv che spiegano in maniera semplice e intuitiva come verificare le notizie, Mediaset aprirà un sito web con un vero e proprio “decalogo anti-fake” inserendo anche Giochi a quiz sulle piattaforme social e sulle radio coinvolgeranno il pubblico sull’argomento.

















Per capire un po’ meglio di cosa si tratta ecco elencati tre esempi di fake news riuscite che hanno fatto il giro del mondo e hanno influenzato l’opinione pubblica.
La cospirazione dell'AIDS: ancora prima che l'informazione fosse digitalizzata, la fiducia cieca che l’opinione pubblica riponeva nei media veniva sfruttata diffondendo notizie false. Per conto dei servizi segreti della DDR e dell'URSS, i media dell’allora Repubblica Democratica Tedesca hanno diffuso negli anni '80 la voce che il virus dell'AIDS era stato sviluppato dalla CIA, i servizi segreti americani. In questo caso si parla anche di campagna di disinformazione.
La truffa Bitcoin: negli ultimi anni sono emerse sempre più pratiche volte ad acquisire nuovi clienti fornendo informazioni false. Presunte piattaforme commerciali Bitcoin pubblicizzate con consigli liberamente inventati da celebrità la cui fama avrebbe dovuto ispirare fiducia. Queste false raccomandazioni suggerivano ai potenziali investitori la possibilità di ottenere profitti elevati.
Fake news sugli immigrati: nel contesto della crisi dei rifugiati, è stata diffusa una grande quantità di notizie false per polarizzare la popolazione europea. Tra le bufale con maggiore risonanza ricordiamo l’accusa mossa anche da noti esponenti politici al sistema di accoglienza italiano, secondo cui ogni immigrato avrebbe ricevuto 35 euro al giorno e sarebbe stato ospitato in hotel di lusso, il tutto a spese del popolo italiano. Queste menzogne sono persino state successivamente smentite dall'Agenzia dei Rifugiati dell' ONU.



Avendo seguito anche un incontro con l’accademia Santa Giulia sull’argomento ho imparato a fare più attenzione al materiale che leggo online o analizzo attentamente prima di condividere articoli per non alimentare la disinformazione e la diffusione di notizie false. Chiaramente con internet il problema delle fake news non fa altro che aumentare ma se ognuno di noi prestasse più attenzione e si facesse meno prendere dal bisogno di condividere ogni cosa si riuscirebbe ad arginare il problema e sfruttare veramente i social nel modo più corretto approfittandone per migliorare le proprie conoscenze. Trattare questi argomenti è sempre uno spunto utile per poter riflettere su se stessi e ragionare se si stanno utilizzando i mezzi di comunicazione nel modo più idoneo. Penso che per arginare il problema si potrebbero fare più corsi di formazione sull’utilizzo dei social ai ragazzi delle scuole medie che al giorno d’oggi sono sempre più presenti sul web nonostante spesso a condividere informazioni false o ingannevoli siamo le persone più anziane, che non avendo tanta dimestichezza con la tecnologia tendono a diffondere tutto ciò che leggono.













Commenti

Post più popolari